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Situata pochi chilometri a sud-est della città, la Val Rosandra rappresenta una piccola oasi dalle caratteristiche quasi alpine all’interno dell’altipiano carsico. La sua profonda spaccatura, che non supera i tre chilometri di larghezza, si inoltra profondamente nel Carso, costituendo l’unico sbocco al mare delle zone più interne: per questo motivo, fin dal Medioevo, essa rappresentava una delle più importanti vie di comunicazione per i mercati slavi e tedeschi che rifornivano Trieste di granaglie, pelli, legname, utensili, vino olio e sale. A quel tempo il castello di Moccò difendeva la strada, riscuoteva le gabelle e cercava di convincere le carovane a scendere verso la città trascurando la costa istriana. Questa via di commercio, conosciuta allora con il nome di strada dei Carsi, fu causa di aspre contese tra Trieste e Venezia, e venendo bloccata sempre più spesso da una serie di guerre tra le due città, perse a poco a poco la sua importanza e cadde in disuso. Oggi la Val Rosandra è meta di escursioni e di passeggiate da parte di gitanti domenicali e appassionati di montagna. Piccoli canyons si formano a causa dell’erosione delle acque del ruscello che scorre sul fondovalle, che nonostante la tranquilla apparenza, scendevano un tempo impetuose e turbolenti. Le polle d’acqua, le cascate, l’asperità del crinale sono comparabili a zone montuose decisamente più celebrate. In quest’area si trova il rifugio più basso d’Italia, il Premuda, a soli 100 metri sul livello del mare, dove a sede la scuola d’alpinismo fondata da Emilio Comici.
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