La foiba di Basovizza è un pozzo artificiale scavato agli inizi del 1900 per cercare carbone liburnico che ea simile a quello delle miniere di Arsa in Istria e che allora era molto ricercato per usi industriali. Il pozzo aperto per comodità a pochi metri dalla strada che da Basovizza porta a San Lorenzo aveva una sezione di 4 metri per 6 e raggiungeva la profondità di 256 metri. Sul fondo venne aperta una galleria lunga 700 metri in direzione del Monte Cucusso; i calcoli tuttavia si rivelarono errati e non si trovò traccia di carbone. Dopo la prima guerra mondiale sul fondo del pozzo vennero gettati cannoni smantellati e altro materiale bellico austiaco tanto che alla fine del 1918 la profondità del pozzo era ridotta a 228 metri. Durante la seconda guerra mondiale, precisamente dal 1943 si cominciò ad utilizzare a Trieste l’espressione “infoibare”: tedeschi e fascisti , oppure civili collaborazionisti, che venivano catturati dai partigiani jugoslavi venivano giustiziati e gettati nele foibe sia per occultarne i cadavei sia per pocedere ad una sommaria quanto frettolosa sepoltura.
