Il valore scientifico dell’area del Villaggio del Pescatore viene scoperto attorno agli anni 80 grazie all’interesse di alcuni appassionati che scoprirono la presenza di organismi fossilizzati all’interno di una cava della zona. La direzione del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste decide così di organizzare una campagna di scavi grazie alla quale vennero individuati i primi reperti riconducibili alla presenza di un dinosauro. Negli anni 90 viene dato mandato alla società Stoneage, specializzata in scavi paleontologici, di estrarre il dinosauro dalla roccia: la fase di recupero ha richiesto più di 6 mesi di lavoro che in una prima fase ha comportato il taglio della roccia in blocchi tramite cavi diamantati e nella fase successiva ha previsto l’uso di acidi e preservanti per separare il fossile dalla pietra. Il risultato del progetto è stato il ritrovamento del più grande e completo rettile preistorico mai ritrovato in Italia: un esemplare di Tethyshadros insularis risalente a 78 milioni di anni fa, alto 1,30 mt, lungo 4 mt e pesante circa 350 chili ribattezzato Dinosauro Antonio. Nel 1999 ulteriori scavi hanno riportato alla luce lo scheletro di un altro adrosauro più lungo di un metro rispetto al precedente. Il fossile del secondo ritrovamento rimane tuttora in parte imprigionato nella roccia della cava del Villaggio del Pescatore.
